40 anni dell’Accademia

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Interviste:

Poemetto

1

Or volgon  quarant’anni che alle sponde

del fiume Piave qui prese dimora

scuol d’Accademia  mossa dalle onde.

Nutrì  arte ch’arde  in lo petto ognora:

pingere acque, arbor, frasca e fronde

con un desio che mai non smette ancora.

Furo Terenzio, il divo Magnolato

e Cesca ancor con l’arte di Rorato.

2

A  San Donà vivea un gran pittore,

Marusso, che in paesaggi era un esperto.

I maestri che lui portan nel core

rendongli nella terra un buono merto:

nomano a lui Accademia   con onore.

Da vecchio molti mali ebbe sofferto

in questo che era ostello per anziani,

per quelli che hanno ormai poco domani.

3

Di notte brancolando come cieco,

girando in man stringea l’aria vana

sperando che lì un cesso fosse seco

La scala poi inforcò benché lontana,

cadendo rotolò creando un eco,

ruina non fu lì una cosa strana.

Arrivò al fondo molto tramortito,

infine la sua vita ebbe finito.

4

L’Accademia loco è con poche stanze,

vetusta architettura sanza marmi

laddove spirti umani con speranze

vanno in gran stuol, con entusiasmo parmi,

lor d’arte nutron sé come pietanze

e con pennelli vanno come d’armi.

Poi di sculture e di colori intorno

quel venerabil loco fanno adorno

5

Diverse abilitati  ugnuno  scuopra:

c’è chi comincia con la o di Giotto

però simil bicchiere anche n’adopra,

Di forte passion poi ciascuno è cotto,

menando vanto alor con ogni opra,

però talora è meglio  non far motto.

Ma quanti quadri son figure belle

meglio che con penel facesse Apelle

6

Magistri  son che in Accademia suda

e di valore in loco han maggior fama:

vedi Rosita che donzella ignuda

dispone a la bellezza di chi ama

dipingere fattezze e porta chiuda.

Tu vedi Cesca che disegna trama

e corregge al discipol suo difetto

dandogli sempre un corretto aspetto.

7

Donatella poi viene in eccellenza

d’ogni colore dove ha posto cura

e Ivone allora dà ogni avvertenza

acchè l’arte dia mano sicura.

Poi pure Zelio aggiunge sua licenza

al diverso  a  bellezza sempre pura.

Altri magistri  son non faccio torto

se ora fine a questo elenco porto.

8

Ma ora artisti e preclari pittori

conviene a Gino dedicar poesia,

con piena volontà dare gli onori

a lui persona di tal cortesia

che vale alberghi sempre in tutti i cuori

e in Accademia simil abbadia.

Ordunque un claro lume ancor m’ispiri

con alti versi su pochi papiri.

9

O ninfe de la Piave e del Livenza,

mettete in capo a lui sacra corona

che reggitore fu e tanta semenza

sparse dentro li conti che dispona

con ordine non senza vera scienza,

talchè corriere ancora a Gino sona.

L’Accademia stava uscendo fora,

ma poi lui fece raddrizzar la prora.

10

Prende lo testimone ora Beraldo

che l’arte ama come si conviene.

Musica nutre e la bellezza in caldo

lui nella mente ogni momento tiene.

Nostra guida sarà e nostro araldo

de l’Accademia ad ogni onor che viene,

desir di laude e impeto d’amore

che vegna in ogni quadro lo splendore.

Santi Amati

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